La Raggi e l’Assessore Calabrese annunciano il progetto per 150 Km di Piste Ciclabili
In questo periodo di attesa per la ripartenza, sentiamo dichiarazioni a vario titolo su come la città dovrà essere riorganizzata per i trasporti pubblici e, soprattutto, per il traffico dei mezzi privati. Argomento serio e da affrontare seriamente, evitando per quanto possibile affermazioni ed esternazioni da parte di esponenti della maggioranza capitolina foriere di polemiche che rischiano di allontanare l’attenzione dal nocciolo del problema.
Non sappiamo ancora quale sarà l’impatto reale delle disposizioni di sicurezza sanitaria per l’utilizzo dei mezzi pubblici, né come quella flotta già disastrata riuscirà a garantire la mobilità dell’utenza in tempi ragionevoli.
È un enigma quindi prevedere quale sarà il ricorso dei cittadini al mezzo privato e se, nonostante diversificazioni degli orari di lavoro, a ripresa piena di tutte le attività, il traffico complessivo degli automezzi soffocherà nuovamente la città.
Tra le ipotesi che sono in campo, quella “verde” l’utilizzo cioè di mezzi a impatto zero quali bici, semplici o a pedalata assistita, monopattini elettrici e infine delle autovetture elettriche ibride o totali, è la più affascinante.
In una città come Roma, però, l’idea viaggia su un campo minato.
Strade disastrate, anche se questo fermo quasi totale ha consentito interventi a sanatoria perfino rilevanti, strette, preda dell’incuria e della maleducazione, qui più che altrove obbliga a fare i conti con queste difficoltà. Proprio per questo certe posizioni oltranziste e affermazioni tanto roboanti quanto surreali, lasciano sgomenti e preoccupati sul tipo di soluzioni che verranno adottate.
Già ascoltare affermazioni tipo: l’utilizzo della bici può facilitare gli spostamenti evitando l’uso di mezzi inquinanti che aggraverebbero peraltro il traffico è pleonastica e velleitaria se non accompagnata contestualmente da un piano ponderato di facilitazione dell’utilizzo di quel mezzo e soprattutto se si dimostra di avere contezza che può interessare una fascia certamentenon ampia di utilizzatori. Vorremmo augurarci che tutti fossero in grado di ricorrere all’utilizzo di bici e monopattini elettrici per andare al lavoro.
Già ma poi? C’è un progetto per installare rastrelliere per tutti quelli che non hanno disponibilità sul posto di lavoro? Abbiamo ancora sotto gli occhi il naufragio del bike sharing a causa dell’inciviltà di pochi (o molti?) cittadini. Immaginiamo cosa sarebbe su scala più ampia. Stesso discorso magari ridotto per i monopattini.
Comunque nulla in confronto all’idea che abbiamo sentito proclamare di ricorrere a piste ciclabili realizzate riducendo la carreggiata delle strade, molte delle quali già inadatte a garantire il normale traffico degli automezzi.
L’idea di diminuire il numero di auto dalle strade della città è giusta.
È totalmente sbagliato volerlo imporre se prima non hai provveduto a dare ai cittadini autobus di linea moderni puliti e sicuri. Che passano continuamente e che non si fermano di continuo o peggio prendono fuoco. Solo dopo che hai creato una rete di bus, e metropolitane, di parcheggi multipiano, capaci di andare incontro alle esigenze della popolazione puoi pensare di ridurre l’ampiezza delle corsie, oggi già maledettamente strette ed insufficienti.
Ebbene questi Signori della demagogia, cavalcando il coronavirus, ci vogliono propinare chilometri e chilometri di piste ciclabili, senza che prima siano riusciti a fare funzionare l’Atac almeno al minimo sindacale.
Sembra di assistere a quanto già visto: il progetto del Filobus che invece di 7 Km fu portato da questi stessi signori a fare un percorso demenziale di 18 Km, fortunatamente bocciato, senza appello, dalla Regione cui ci eravamo rivolti.
Ci auguriamo che quei fatti abbiano indotto questi nostri Amministratori a valutare meglio le loro scelte e che non trasformino, ancora una volta, una buona cosa in una brutta esperienza per noi cittadini.
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Il programma approvato dal Campidoglio:
- 44 piste per circa 150 Km
- solo 6, però ci dicono, di “immediata realizzazione” pari a Km 24,5
- 4,2 km Corridoio Tuscolano - attualmente di 2,3 km
- 5 km da piazza Giureconsulti a Porta Cavalleggeri
- 4,4 km Corridoio Nomentano
- 2,7 km Laurentino-Tor Pagnotta
- 4,4 km via dei Colli Portuensi
- 3,8 Km piazza Cina-Torrino-Eur
L’assessorato alla mobilità, diretto da Calabrese, ha stanziato infatti poco più di 500mila euro. Ne consegue che per realizzare le altre 38 piste, mancano all’appello circa 4milioni di euro ( ??? )