Grazia Maria Coletti Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. L’allerta non è finita. Il Municipio rassicura. Ma il comitato prepara le "barricate" perché se i nomadi dovessero tornare a Tor de’Cenci, come hanno...
L’allerta non è finita. Il Municipio rassicura. Ma il comitato prepara le "barricate" perché se i nomadi dovessero tornare a Tor de’ Cenci, come hanno annunciato più volte al telefono, chiamando direttamente i cittadini, stavolta «sarebbero 600»,raddoppiano con i "cattivi" che hanno già bruciato una «trentina di container», «un milione» di euro, spalleggiati da «certe associazioni pro rom».
È questo il timore, perché «le telefonate da Castel Romano che ci hanno messo sull’avviso sono state più di una» e continuano. E a Spinaceto, vicino a Mondo Convenienza, «una cinquantina di nomadi avevano occupato un campo grande come lo era quello di Tor de’ Cenci». È per questo che il Comitato di quartiere Tor de’ Cenci-Spinaceto-Vallerano-Tre Pini, 60mila residenti, non dorme tranquillo, anche se il presidente del IX Municipio ha ripetuto che nel vecchio campo nomadi si faranno un parcheggio di scambio e un deposito dell’Ama.
Cosa dicevano i rom al telefono?«Prima mi si diceva, con tono quasi irrisorio, "te lo avevo detto che saremmo tornati"» racconta Guido Basso, 64 anni, presidente del Cmq. Poi un’altra telefonata, di un’altra persona, «di questi che a Castel Romano comandano ora, mi diceva: "torneremo anche noi"». E sono questi ultimi che spaventano i 60 mila residenti che vivono a ridosso dell’ex campo nomadi. Perché ci sono i «buoni» e i «cattivi» spiega Basso, «diverse etnie, che stanno litigando per questo motivo - dice - volevano tornare quelli che furono mandati lì e pure gli altri che si sono aggregati e che formano grosse famiglie di 100-200 persone. E di conseguenza invece di avere quei 300 che avevamo l’anno scorso, prima del trasferimento a settembre 2012, se non fosse stato lanciato l’allarme in tempo a quest’ora, ne avremmo avuti almeno i ldoppio, 600, se il piano fosse andato avanti con certe associazioni pro rom che li aizzano». La tattica: «È fare terra bruciata intorno - continua Basso - una frase da intendersi alla lettera visto che hanno già bruciato 30 container a Castel Romano, 30mila euro l’uno, soldi nostri».
Anche all’Eur non stanno tranquilli. «Siamo letteralmente assediati di presenze in ogni angolo di strada» dicono il presidente del Comitato di quartiere Eur, Joselyn Amato, e il leader del Consiglio di quartiere Eur, l’ingegnere Andrea De Bernardinis; «figuriamoci se dovessero tornare in pianta stabile a Tor de’Cenci cosa sarebbe, ma diamo tempo a Marino dice l’ingegnere - di farci vedere cosa farà».
Intanto, vie piene. «Tor de’ Cenci è la loro zona di influenza- spiega ancora Basso - da quando sono stati sgomberati la mattina ci ritroviamo furgoni che scaricano le persone e le vengono a riprendere la sera: rovistano i cassonetti, lasciando sporcizia, elemosinano davanti a chiese supermercati, lavavetri, questuanti, una sorta di corte dei miracoli». E il razzismo non c’entra. «Ci arrabbieremmo molto a sentircelo dire - dice ancora Basso, che abita a Tor de’ Cenci dall’86- abbiamo lottato per mandarli via perché ci intossicavano l’aria di diossina, bruciando ogni giorno nel campo vecchie lavatrici, gomme di auto e ogni genere di rifiuti».
Preoccupati i residenti di seconda generazione. Soprattutto perché temono chi li aizza.«Nonostante - dice Katia Marincioni, madre quarantenne - il presidente di Municipio Santoro abbia ribadito che in quell’area verrà un deposito Ama e un parcheggio di scambio, circola insistentemente la voce che il piano per fare "terra bruciata" e creare un’mergenza che li faccia tornare qui, andrà avanti».