Lettera aperta, ai cittadini, politici, forze dell'ordine, giornalisti

In data 28 Febbraio c.a. ho inviato al Ministro Cancellieri una lettera (leggi qui) in cui con toni piuttosto arrabbiati chiedevo - a nome del Comitato di Quartiere che rappresento, e in particolare a nome delle tante famiglie che abitano nelle vicinanze del Campo Nomadi - un intervento sulla spinosa e ormai insostenibile situazione dei roghi

di materiale cancerogeno e più in generale di rifiuti solidi urbani, che avvengono quasi quotidianamente nel Campo Nomadi in questione.

Come noto, la combustione incontrollata di rifiuti, comporta un elevato fattore di rischio, poiché proprio durante la fase iniziale della combustione si sviluppano diversi composti della famiglia delle diossine che risultano altamente tossici per l’uomo e per gli animali, tanto da essere considerate tra i veleni più potenti conosciuti.

Le molecole di diossina tendono infatti ad accumularsi nei tessuti viventi, per cui anche l’esposizione prolungata a livelli minimi, è in grado di generare gravi patologie per l’essere umano.

Proprio l’estrema pericolosità di queste sostanze ha spinto 151 Paesi, tra cui gli Stati dell’Unione Europea, a sottoscrivere la Convenzione di Stoccolma sugli inquinanti organici persistenti. Tale Convezione prevede che vengano adottate tutte le misure necessarie ad eliminare, o quantomeno minimizzare tutte le fonti di diossine. Peccato che l’Italia, dopo averla sottoscritta , sia rimasto poi uno dei pochi Paesi a non averla ratificata.

Ma senza scendere in questioni strettamente politico-internazionali, quello che a noi resta da capire è se davvero la salute pubblica sia considerata una priorità nel nostro Paese oppure no. Se lo sia a tutto campo e nei confronti di tutti i cittadini - come pensavamo - o se invece cessi di esserlo nel momento in cui entrano in campo i Rom e le problematiche razziali, mero strumento di campagna politica, offuscano la ragione…oltre che la Legge.

Allora infatti tutto cambia. Le leggi dello Stato vengono dimenticate o peggio “modellate” a favore dei Nomadi e contro i Cittadini. Quei cittadini che pagano le tasse, rispettano le leggi e mantengono lo Stato. Uno Stato  che  – in queste circostanze – tutela l’illegalità, la derisione delle Leggi, delle Autorità e soprattutto  dei Cittadini che, a gran voce, chiedono solo il rispetto per la loro vita e per quella dei loro figli, che non vogliono più respirare la dose giornaliera di diossina.

Speravamo tutti che la Lettera sortisse qualche effetto.

Ma sul fronte Nomadi, il Ministro Cancellieri è da segnalare a “Chi l’ha visto”.

Qualcosa però è successo ed è giusto che la gente del Quartiere venga informata.

A meno di una settimana dall’invio della Lettera sono stato convocato dai Carabinieri della Stazione di Tor dé Cenci, in Caserma.

C’è un legame con la famosa lettera inviata al Ministro e questa convocazione?  Non lo so.

Certo sarebbe sconcertante che, invece di intervenire per risolvere un problema gravissimo come quello segnalato sul Campo Nomadi, si scoprisse invece che l’unico intervento portato avanti dalle Autorità cui ci siamo rivolti, sia stato rivolto ad intimorire il Presidente del Comitato di Quartiere, che perora le legittime invocazioni d’aiuto dei cittadini onesti.

Mi auguro che si sia trattato solo di una coincidenza. Ma le perplessità rimangono.

Pare infatti che dal 1976, anno di nascita del nostro Comitato, mai nessun presidente sia stato chiamato in Caserma. Dai Carabinieri. E’ certamente un dato inquietante che ci tenevo a condividere con i cittadini.

In questi giorni ho parlato con  diversi esponenti politici di varia estrazione ideologico-partitica. Le risposte avute sono state scoraggianti.  Molti di loro, hanno infatti messo l’accento su un dato agghiacciante: quando si parla di Nomadi tutti hanno paura di essere tacciati di razzismo. Per questo motivo si cerca sempre di non intervenire nella discussione, di sgattaiolare dai propri doveri.

Sta seguendo la stessa disgraziata strada anche il Ministro Cancellieri?  Ma non è un tecnico? Ha forse paura di essere criticata e quindi di non essere riconfermata in un eventuale Nuovo Governo Tecnico?

Non sappiamo cosa dire e cosa rispondere ai tanti che ci chiedono di risolvere questa ormai incredibile situazione. Non spetta al Comitato di Quartiere che pure si batte ed è in prima fila.

Contro la paura di essere tacciati di razzismo non si muovono i politici, i giornali (editori) e i giornalisti della RAI, di Mediaset, dei giornali e televisioni locali, ma soprattutto non si muove la Magistratura (sempre molto sollecita se si tratta di calciatori, politici, squillo, viados e qualunque altro argomento che raggiunga le prime pagine dei giornali).  Oggi,  a Roma,  a Tor dé Cenci,  esiste la Magistratura?

Se sì,  battesse un colpo.

Poi ci sono coloro che hanno mani e piedi legati: i Carabinieri, la Polizia, i Vigili del Fuoco e i Vigili Urbani. Tutti questi, sempre più spesso chiamati e sempre più spesso mortificati nel loro ruolo, non riescono a svolgere i loro compiti istituzionali. Tutti quanti hanno ormai terminato le scuse da dare ai cittadini, con cui sono in contatto continuo.

Come si esce da questo ingorgo?   Con fatti eclatanti?  O semplicemente con un Ministro che ritrovando un barlume di legalità (e con un’enorme forza e vigore finora sconosciuti)  riesca finalmente a sollevare una penna - anche una Bic, Signor Ministro - per mettere fine, con una firma, a questa vicenda incresciosa.

Se il problema non dovesse  trovare soluzione nemmeno nei prossimi giorni,  saremo costretti, nostro malgrado, ad interessare l’Europa, che da sempre condanna tutti quegli atti da commedia napoletana che da una parte fanno ridere, ma dall’altra fanno “avvelenare” e infuriare i cittadini onesti. Non costringeteci a far fare al nostro Paese, che amiamo profondamente, l’ennesima brutta figura, fuori dai confini nazionali. In quell’Europa che non ci ama. 

 

 Roma 20 marzo 2012                                                                    Il Presidente

                                                                                                                    Prof. Guido Basso

                                 

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