Laurentina, i filobus nel deposito e il caos per i cantieri abbandonati

Laurentina, i filobus nel deposito e il caos per i cantieri abbandonati

Articolo pubblicato da: Corriere della Sera Digital Edition

Roma, 11 novembre 2016

Laurentina, i filobus nel deposito e il caos per i cantieri abbandonati (clicca qui per l'articolo originale)

Come sperperare denaro pubblico: mezzi inutilizzabili e lavori non conclusi

I filobus costati 20 milioni sono ancora nel deposito, ma sono fermi da anni anche i lavori del Corridoio mobilità della Laurentina per cui erano stati acquistati. E c’è chi dice che quei mezzi comunque non avrebbero mai potuto essere utilizzati, perché troppo larghi per le dimensioni della corsia dedicata.

Intanto sull’antica strada già citata dalla Tabula Peutingeriana, una sorta di stradario che indicava le vie militari dell’Impero romano, dal lontano 2008 i residenti affrontano disagi e code. La brochure pubblicata da Roma Metropolitane in quell’anno parlava di un’opera costosa e complessa che avrebbe risolto finalmente i problemi di viabilità dell’area: 34,9 chilometri di percorso totale, diviso in due percorsi distinti. Il primo dalla stazione metro di Laurentina a Tor Pagnotta, l’altro da Eur Fermi a Tor de’ Cenci, passando per il Torrino e Tor Di Valle. Ideali (o meglio idealistici) i tempi di percorrenza previsti: 18 minuti per il primo tratto, 34 per il secondo.

Quasi nove anni dopo la realtà è ben diversa. La carreggiata della Laurentina è stata ristretta dal cantiere, generando code impossibili soprattutto nelle ore di punta, visto che i residenti dei quartieri che avrebbero dovuto usufruire dei filobus hanno continuato per forza a usare l’auto. Il traffico si blocca soprattutto nel punto più stretto (ovvero ristretto dal cantiere fantasma), all’altezza del Mercato Laurentino (dove all’inizio del progetto c’era persino un box, ora ceduto alla Croce rossa, in cui le addette del Comune fornivano informazioni sul radioso futuro dell’opera) .

Inoltre le «palle di Natale» - come i residenti hanno definito l’impianto di illuminazione del mancato filobus - sono state attaccate al posto del pantografo per i filobus e illuminano solo la carreggiata centrale. Le altre, dove i lampioni sono stati tolti per fare posto alle corsie, sono al buio. Con gravi rischi per chi deve attraversare: aggravati dalla presenza di inutili e squalificanti bandoni di cemento che impediscono la visuale del traffico veicolare in arrivo, dove un pedone è stato recentemente investito ed è morto.

In corso d’opera sono stati realizzati svincoli non previsti, come quello all’altezza della Città militare della Cecchignola, aumentando i costi del progetto. Altra spesa inutile l’espianto (maggio 2011) di 70 alberi, quasi tutti preziosi cipressi, per far posto al Corridoio. Roma Metropolitane aveva promesso di ripiantarli, ma avendo eseguito il lavoro nella tarda primavera, nella stagione cioè della fioritura, gli alberi sono andati incontro a una fine triste quanto prevedibile.

I venti che sono stati spostati in varie strade dell’Eur sono tutti ormai seccati e morti: degli altri si sono perse le tracce da subito. All’epoca la cosa fu denunciata da vari comitati cittadini ma, come spesso avviene, senza alcun risultato. Svanita nel nulla anche la promessa di realizzare, a fianco della corsia dei filobus due piste ciclabili. Ancora oggi percorrere la Laurentina in bici è impresa degna di appassionati di sport estremi.

Eppure il primo progetto di collegamento fra la stazione Laurentina e i nuovi quartieri esterni risale addirittura al 1986: allora si parlava di prolungare la linea B. Già nel 2002 attraverso il Municipio si chiedeva invece al Consorzio che stava realizzando il complesso edilizio Torpagnotta2 di creare infrastrutture per la viabilità: «E’ fatto d’obbligo che le infrastrutture per la mobilità siano realizzate contestualmente alle edificazioni private, al fine di garantire la connessione del comprensorio con la città. Tali infrastrutture dovranno essere relative sia al servizio di trasporto pubblico che di viabilità. La cura del ferro - era stato sottolineato - è l’obiettivo primario da raggiungere». Ma il Consorzio produce uno studio in cui spiega che prolungare la metro sarebbe inutile, per lo scarso numero di potenziali utenti. E’ allora che si punta sul filobus.

Ma il progetto nasce già monco: si prevedeva, senza molta logica, di interrompere la corsia del filobus all’altezza dell’incrocio fra la Laurentina e via dell’Umanesimo per ributtare i mezzi nel traffico da sempre congestionato della strada. Proprio a quell’incrocio è oggi possibile vedere una delle poche cose utilizzabili del vecchio piano: i 2,5 chilometri di corsia preferenziale per i bus, che però viene percorsa spesso anche dalle auto private. Ma a Roma, si sa, basta accontentarsi.

Ester Palma

Non è solo il Comitato di Quartiere “Tor de’ Cenci - Spinaceto” che si chiede perché i Filobus sono stati acquistati con così largo  anticipo.

Durante uno degli incontri avuti nel 2013 con i  “tecnici” del Comune e quelli di Roma Metropolitane,  a una mia battuta all’acquisto così prematuro, “forse si voleva favorire qualche amico” fui zittito da uno di questi signori che mi disse di non permettermi di fare insinuazioni del genere. Si parla se si hanno prove, altrimenti si può essere denunciati.  Già allora mostrarono di avere la coda di paglia. Figuriamoci oggi che siamo arrivati nel 2016 e ancora questi mezzi non sono entrati in funzione.

A questo punto ritengo che la Corte dei Conti potrebbe intervenire e chiedere perché fu fatto un acquisto quando ancora all’orizzonte non era stato completato neanche il 1° tracciato sulla Laurentina (quello partito per prima e ancora non completato). E per quanto riguarda la linea Eur – Tor de’ Cenci eravamo, e purtroppo ancora siamo,   a carissimo amico

G.B.

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